La murrina millefiori è uno dei componenti più conosciuti importanti nella lavorazione del vetro di Murano. Gli oggetti in vetro prendono valore con le colorazioni delle murrine millefiori.

Una passeggiata nella storia antica…

Con il termine murrina oggi si indicano sostanzialmente due entità differenti ma affini: da una parte la sezione di una canna vitrea, un segmento caratterizzato da un incantevole susseguirsi di forme geometriche concentriche di vario colore; dall’altra l’opera completa costituita appunto dall'unione di queste piccole tessere, secondo un disegno che si modella su piatti, ciotole, ciondoli e pendagli.

Andando per ordine, il vocabolo Murrino è stato coniato nel 1978 dall’abate Vincenzo Zanetti, figura notevole nel panorama culturale di Murano sotto molti aspetti, comprendenti appunto l’ambito dello studio storiografico sulle produzioni vetrarie, della conservazione delle opere tramite la fondazione dell’ancora pienamente attivo Museo del Vetro, della didattica grazie ad un Scuola di disegno applicato alla produzione in vetro, dell’educazione attraverso l’istituzione della Biblioteca circolante e persino dell’informazione, con la stampa del giornale locale La Voce di Murano.
Con Murrino il dotto ecclesiastico indicava coppe e vasi antichi d’epoca romana in cui la giustapposizione delle singole sezioni di canna rivelava disegni astratti o figurativi di stampo floreale, animale o di ritrattistica umana.

Difficile oggi risalire all'origine del nome. Vasi e coppe, celebri per l’aroma che diffondevano, probabilmente perché destinati a contenere essenze profumate a scopi rituali,  sono stati spesso accostati al noto profumo myrra, secondo un’etimologia che, però, pare non trovi riscontro. Più probabile la derivazione dal greco myrra indicante un tipo di terra fine e preziosa di origine mediorientale.

La Murrina Millefiori splende ancora ai giorni nostri

Ai giorni nostri la produzione di murrine millefiori si inserisce nel solco della riscoperta di questa particolare tipologia vetraria ad opera degli artigiani e degli artisti muranesi del (dopo secoli di oblio nel periodo medievale), e dello sfavillante sviluppo avviato sul calare del XIX dalla vetreria Salviati ad opera del Maestro Vincenzo Moretti.

Sono sostanzialmente diffuse due diverse qualità di bacchette di murrina - poi utilizzate sia nell’ambito della fornace che del laboratorio a lume -, una più semplice a cerchi concentrici ed una articolata in forme più elaborate, come stelle o altri incroci geometrici.

Ecco come si crea l’incanto della Murrina

Per comprendere pienamente come si realizza a livello pratico la Murrina, ecco riassunti i quattro passaggi fondamentali di un processo che ha per risultato un autentico capolavoro:

  1. In entrambi i casi la lavorazione comincia con l’immersione della punta di un’asta metallica nella massa vetrosa fusa all’interno di un crogiolo, massa il cui colore è attentamente studiato sulla base della giusta combinazione di elementi chimici.

  2. Successivamente il vetro raccolto sull’estremità dell’asta viene immerso in un secondo crogiolo, all’interno del quale è stato fuso vetro di differente composizione e quindi colore, e, volendo, in altri crogioli ancora, a seconda degli strati e delle sfumature cromatiche che si vogliono ottenere.

  3. Il cilindro così formato sarà di una certa massa, solitamente intorno ai 5/6 kg, e per essere portato alla dimensione di bacchetta verrà quindicollegato ad un secondo supporto metallico opposto alla posizione del primo e letteramente tirato da due addetti - chiamati appunto tiracanna- fino a che non sia raggiunto un filamento dello spessore desiderato.

  4. La murrina, una volta freddata, potrà essere tagliata, e allora ciascuna sezione mostrerà un motivo a cerchi concentrici. Nel caso in cui si voglia ricreare una decorazione più complessa allora saranno utilizzati appositi macchianari e stampi con convessità verticali, tali da modellare il fluido vetroso inserito al loro interno in altre forme, come ad esempio stelle o fiori: una volta freddata e tagliata la bacchetta rivelerà allora sezioni recanti motivi a stella o a fiore.