La modellazione del vetro di Murano è usata per realizzare figurine e sculture, le figure che i nostri maestri vetrai riescono a riprodurre sono estremamente raffinate, vanno dal classico cavallino del ferrari al più grande opera astratta di abbellimento di interni.

Le due tecniche regine della fornace sono senza dubbio quella del vetro soffiato e quella del vetro massiccio, o massello, o pieno, tre espressioni sinonimiche che sottendono la magnifica lavorazione scultorea del corpo vetroso. A differenza della soffiatura, in grado di conferire all’opera la leggerezza del connubio di vuoti e pieni, la tecnica massello si struttura come elaborazione di un’unica quantità di materia, o come progressiva aggiunta di innesti vetrosi intorno ad un primo nucleo centrale.

L’orizzonte delle possibilità scultoree è sterminato: dai classici cavallini ad animali a grandezza naturale, da miniature di figure umane a colossi nelle posizioni più disparate, da massicce opere astratte ad eleganti complementi d’arredo in grado di impreziosire qualunque stanza con l’incanto di una forma d’arte irripetibile.

tiger murano glass omg

Gli strumenti principali del Maestro… Dopo le sue mani

Nelle fornaci muranesi il genio creativo e l’abilità dei Maestri si rivela ormai da secoli, costituendo man mano un pantheon di nomi, volti e, soprattutto, mani, via via più ampio, vero patrimonio in costante espansione dell’isola del vetro, generazione dopo generazione.

Supporto fondamentale nella creazione di un’opera con la tecnica massello è l’arsenale di strumenti che l’artista utilizza nel suo quotidiano, incantevole lavoro. Vediamoli:

Lo scagno, sedia particolare su cui frequentemente s’accomoda il Maestro vetraio per agevolarsi nella realizzazione dell’opera. Munito di due poggioli trasversali in legno rivestiti da una piastra in metallo su cui poggiare la canna costantemente in rotazione durante la lavorazione, accoglie l’artefice e lo facilita nella gestione del “bolo” (la prima quantità di vetro incandescente estratta dal crogiolo) e le eventuali aggiunte successive.

La canna, tubo in metallo internamente forato, spesso chiamato semplicemente ferro, lungo circa un metro e mezzo e dal diametro di 2-4 cm. È l’attrezzo fondamentale in entrambe le lavorazioni di fornace, soffiatura e massello. In quest’ultima tecnica viene utilizzato per raccogliere ad un’estremità la massa vetrosa, da lavorare poi con altri arnesi. Viene tenuta in rotazione costante quando il vetro è caldo per evitare che si creino imperfezioni date dalla gravità.

Il puntello, canna utilizzata da un aiutante del Maestro allo scopo di avvicinare altri agglomerati vetrosi al corpo presente sulla canna del Maestro, così da creare degli innesti di dimensione e forma variabile. Può passare di mano in certi passaggi, fino a finire proprio tra quelle del Maestro.

Le borselle, pinze metalliche di estrema importanza nella tecnica del vetro massello. Servono a tirare il vetro viscoso e ve ne sono di vario tipo, a seconda della specifica mansione che devono svolgere: da siègar, ovvero segare, separare due quantità di material; da pissegar, pizzicare il vetro allugandolo in certi punti; a scueloto o a scugeroto, terminante con due protuberanze a forma di cucchiaio; a gelosia, con le estremità recanti una particolare trama che, nello schiacciare il vetro, viene su quest’ultimo impressa; a spin de pesse, se presentano una trama a forma di lisca di pesce; lissie, se hanno una struttura piatta, non progettata per il decoro a pressione, ma solo per l’azione di stiramento.

Vedi come viene realizzata una scultura in vetro. La Tigre in vetro di Murano

video original murano glass omg tiger 

Il tagliante, sorta di robusta forbice con lame dritte o arrotondate a seconda del taglio che va eseguito sul vetro nei primi passaggi della lavorazione.

Il tajòl, una specie di coltello con la punta squadrata usato per interagire con la massa vetrosa allo scopo di definirne la forma.

Il magiosso, utensile che assomiglia ad un pentolino, con una sommità concava e un manico, interamente in legno. Accoglie la sfera di vetro incandescente per conferirle, in combinazione al costante movimento di rotazione della canna, una maggior regolarità.

Ma in pratica, come si realizza una scultura?

Questi gli oggetti fondamentali di cui si serve il maestro all’interno della fornace, selezione comunque assai rigida all’interno di un armamentario di utensili ben più corposo e sfaccettato. Nella pratica scultorea in fornace si possono distinguere due filoni principali: la lavorazione alla prima, ovvero lo sviluppo di un soggetto, come un piccolo cavallo o fiore, a partire da un’unica quantità di vetro raccolta, senza aggiungerne successivamente, senza bisogno di riscaldare l’opera durante il processo creativo e senza alcuna sosta; la lavorazione in più fasi, necessaria per ogni opera impegnativa a livello di dimensioni o di complessità tecnica.

Prendendo come esempio una figura umana di un metro di grandezza – un pezzo quindi di stazza considerevole, anche dal punto di vista del peso, - essendo vetro pieno - al Maestro e alla sua squadra converrà procedere per blocchi.

La testa sarà ottenuta partendo da una sfera incandescente, prima uniformata con il magiosso, poi modellata con le borselle, attraverso operazioni di tiro e di pressione inferta di piatto o di taglio. In più momenti, a seconda della ricchezza dei dettagli, l’opera dovrà prendere una calda, ovvero essere posta all’interno del forno per una decina di secondi così da riportare il vetro alla temperatura e quindi alla malleabilità ottimale per la modellazione.

In modo analogo verranno realizzate anche le altre parti del corpo, dalle braccia al torso fino alle gambe, ovviamente con l’impiego degli strumenti più idonei a seconda dell’elemento anatomico da riprodurre. Insieme a borselle e tajol per definire muscolatura o vestiti, saranno ad esempio molto utili i taglianti nella separazione delle dita di mani e piedi.

Diverse aggiunte di vetro viscoso saranno poste sui singoli blocchi: il servente, aiutante del Maestro, raccoglierà su una canna la giusta quantità di materia e, in base alle indicazioni dell’artista, la farà scorrere sul pezzo nei punti corretti, fino al momento in cui il Maestro, usando il tagliante, interromperrà il flusso e passerà alla modellazione. In alcuni casi, oltre alla calde effettuate nel forno, potranno essere utilizzati cannelli a gas mobili per gettare fasci di fiamma in regioni precise della scultura in lavorazione. Calore e perizia tecnica di Maestro e colleghi del team saranno quindi condizioni indispensabili per completare l’assemblaggio finale, apice risolutivo dell’incanto della lavorazione massello nell’isola di Murano.

video original murano glass omg glass master picasso faces